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Come riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità

Come riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità
Pubblicato: 21 Agosto 2025 Categoria: Consigli e Curiosità sull'Olio

Sai davvero se l’olio che usi ogni giorno è extravergine di qualità? Sul mercato ci sono grandi differenze e riconoscere un olio EVO autentico può sembrare difficile. In questa guida vedremo i criteri fondamentali per capire se un olio è davvero buono: analisi sensoriale, etichetta, conservazione e test semplici da fare a casa.

Cos’è un olio extravergine di qualità

Un olio è extravergine quando presenta difetti sensoriali pari a zero, ha un fruttato superiore a zero e rispetta parametri chimici precisi: acidità libera ≤ 0,8%, valori ossidativi bassi, estrazione corretta. In pratica serve materia prima sana, olive raccolte al momento giusto e molite rapidamente. Non basta la dicitura “bassa acidità” se poi mancano profumi e gusto.

Analisi sensoriale: vista, olfatto e gusto

Vista: non farti ingannare dal colore

Il colore da solo non determina la qualità. Verde intenso o giallo dorato dipendono da cultivar e clorofille. La torbidezza iniziale può essere normale ma nel tempo il filtraggio garantisce stabilità. Conta più il profumo e l’assaggio.

Olfatto: dev’essere vivo e vegetale

Un olio EVO vero deve avere aromi freschi e vegetali: erba tagliata, pomodoro verde, mandorla, carciofo. Odori di muffa, umido o rancido sono difetti da evitare.

Gusto: amaro e piccante sono un pregio

Amaro e piccante sono segnali positivi. Indicano la presenza di polifenoli e freschezza. Un olio piatto o senza carattere è segno di qualità scarsa.

L’etichetta: cosa guardare prima di comprare

Un olio di qualità si riconosce anche dall’etichetta. Controlla l’origine (meglio 100% italiano o DOP/IGP), la cultivar indicata (es. Ravece, Coratina, Frantoio), la campagna olearia e il termine minimo di conservazione. Importanti anche la dicitura “estratto a freddo”, il lotto, l’imbottigliatore e le certificazioni. Etichette vaghe sono un campanello d’allarme.

Test pratici da fare a casa

Prova del bicchierino: scalda un po’ di olio tra le mani e annusa, deve avere un fruttato netto e piacevole. Assaggio sul cucchiaio: deve presentare amaro e piccante armonici. Pane neutro: l’olio deve emergere con carattere, non sparire.

Conservazione e confezione

Un olio EVO di qualità è sempre protetto da bottiglia scura o latta. La luce e il calore accelerano l’ossidazione. Conservare tra 12 e 20°C, lontano dai fornelli, richiudendo bene la bottiglia. Meglio acquistare quantità moderate e fresche.

Errori comuni che fanno perdere qualità

Scegliere solo in base al colore o al prezzo, lasciare l’olio vicino al calore, usare sempre lo stesso olio per tutto e non guardare la campagna olearia sono abitudini che fanno perdere qualità.

Perché scegliere olio extravergine di qualità conviene

Un buon extravergine contiene più polifenoli, fa bene alla salute, dura di più e rende meglio in cucina: ne basta meno per dare sapore e valorizza ogni piatto.

L’esempio del Ravece Contedoro

La cultivar Ravece, tipica dell’Irpinia, è un esempio concreto di olio extravergine di alta qualità. Il suo fruttato intenso presenta note di pomodoro verde, erba e mandorla. In bocca ha amaro e piccante equilibrati, segno di ricchezza fenolica. Perfetto a crudo su bruschette, legumi, zuppe, verdure grigliate e piatti tradizionali. Scopri il nostro Olio Ravece Contedoro: l’essenza di un extravergine autentico che unisce gusto, salute e tradizione.

Tabella rapida: non confondere le categorie

CategoriaDifetti sensorialiAcidità (max)Note pratiche
Extravergine (EVO)00,8%Fruttato presente, profilo pulito
VergineLievi consentiti2,0%Qualità inferiore, meno profumi
Olio d’olivaRaffinato + verginen/aProfumi quasi assenti
Sansa di olivaRaffinato + verginen/aUso tecnico/cotture, poco carattere

FAQ

L’olio che pizzica è difettoso? No, il pizzicore è un pregio legato ai polifenoli. Se è eccessivo può essere solo sbilanciato, ma non è un difetto.
Il colore verde intenso significa migliore qualità? No. Il colore dipende da cultivar e clorofille; conta il profumo e l’assaggio.
“Estrazione a freddo” cosa vuol dire? Che durante l’estrazione la temperatura non supera 27°C, preservando profumi e composti nobili.
Meglio filtrato o non filtrato? Il filtrato è più stabile nel tempo. Il non filtrato può piacere da nuovo ma si ossida prima se non decantato.
Per friggere serve l’extravergine? Sì, regge bene la cottura grazie alla sua composizione. Preferisci profili medi per non coprire i sapori.

Conclusione

Riconoscere un olio extravergine di qualità significa osservare etichetta, profumo, gusto e conservazione. Un EVO autentico è salute, gusto e territorio. Vuoi un riferimento sicuro? Assaggia il Ravece Contedoro, frutto della tradizione irpina e garanzia di qualità superiore.

o ancor meglio

Pubblicato da:

Alfio Lo Conte


Tecnico ed esperto degli oli extravergini di oliva, iscritto nell’Elenco Nazionale sezione Campania. Maestro di frantoio con diploma, conseguito presso International Extravirgin Agency.

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