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Scadenza Olio Extravergine, Quando Evitare l’Uso in Cucina

Scadenza Olio Extravergine, Quando Evitare l’Uso in Cucina
Pubblicato: 9 Luglio 2022 Categoria: Consigli e Curiosità sull'Olio, Olio e Olive in Cucina

Un tempo si diceva “olio nuovo, vino vecchio”, correttamente. Se il vino, infatti, migliora con il tempo, non possiamo dire la stessa cosa dell’olio che, invece, dovrebbe essere consumato entro un anno dalla produzione per non perdere le sue proprietà.

Ma vediamo più nel dettaglio se possiamo dire che l’olio di oliva scade, quanto dura un buon olio extravergine di oliva e come utilizzarlo nel caso sia un olio prodotto nell’annata precedente.

INDICE

L’olio extravergine di oliva scade?

In generale, l’olio di oliva non scade come può scadere il latte. Infatti, mentre il latte può far male alla salute se ingerito dopo un certo periodo, l’olio di oliva no. L’olio, con il passare del tempo, perde le sue proprietà organolettiche, ma può essere consumato anche dopo la data di scadenza senza danneggiare la salute.

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Certo è che la vita media dell’olio di oliva non è particolarmente lunga: infatti è preferibile consumare l’olio di oliva entro 12/18 mesi dalla produzione. In sostanza, meglio consumare l’olio nell’annata di produzione. I termini di legge indicano come periodo massimo i 18 mesi. Ma se superiamo quella data? A questo proposito facciamo una precisazione.

Data di scadenza dell’olio

Sulle bottiglie di olio di oliva non viene segnalata propriamente la data di scadenza ma, più precisamente la voce “da consumarsi preferibilmente entro il”. Questo perché l’olio di oliva, anche superati i 18 mesi dalla produzione, non è nocivo per la salute. Semplicemente, avrà delle caratteristiche chimico fisiche alterate, come l’acidità. Ma possiamo dirlo per tutti gli oli di oliva? Alcuni oli di oliva si conservano meglio di altri? E come possiamo consumare un olio che ha passato la data entro il quale si consiglia di consumarlo?

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Scadenza dell’olio di oliva e polifenoli

Non tutti gli oli di oliva sono uguali e non tutti si mantengono allo stesso modo. Per questo, possiamo fare una distinzione sulla conservazione degli oli in base alla presenza dei polifenoli presenti nell’olio.

In generale, possiamo dire che maggiore è la quantità di polifenoli presenti nell’olio extravergine di oliva, maggiore è il tempo di conservazione.

Infatti, l’alta concentrazione di polifenoli ne preserva il gusto e l’odore, rendendo l’olio più duraturo nel tempo. I polifenoli hanno proprietà antiossidanti che rendono l’olio più o meno amaro (qua trovi un approfondimento). Più l’olio è ricco di composti polifenolici, più dunque è amaro, più dura nel tempo.

Dunque, un olio con una quantità minima i polifenoli sarà un olio dal fruttato leggero con una durata breve, intorno ai 12 mesi; un olio, conservato correttamente che ha un valore medio di polifenoli ed è caratterizzato da un fruttato medio, potrebbe durare anche fino a 2 anni.

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Se abbiamo un olio dal fruttato intenso, ricco di polifenoli, potrebbe durare anche di più. In definitiva, un olio molto fruttato, dal sapore amaro e piccante, dura di più di un olio dal fruttato delicato.

Conservazione dell’olio di oliva: tempi e metodo

Se abbiamo visto che è bene consumare l’olio di oliva nel giro di un anno, un anno e mezzo dalla produzione, dobbiamo altresì dire che è importante conservarlo correttamente. È ormai uso comune conservare l’olio in bottiglie scure, che non permettono alla luce di alterare le proprietà dell’olio. Inoltre, anche la temperatura di conservazione non dovrebbe essere troppo alta.

LA-RESA-DELLE-OLIVE-DI-COSA-SI-TRATTA
Conservazione Olio Extravergine d’Oliva

Si consiglia una temperatura ideale tra i 12° e i 18° C. Per questo, anche in cucina è bene conservare l’olio lontano da fonti di calore come forni e fornelli, ma meglio ancora è tenerlo in cantine fresche ed asciutte. Inoltre, l’olio non è amante dell’aria. Una volta aperta la bottiglia, questa deve essere consumata in un tempo ragionevole.

L’aria ossida l’olio e ne causa la mutazione del sapore. Per questo, oggi la normativa vieta l’utilizzo di oliere o ampolle aperte nei ristoranti e obbliga l’utilizzo del tappo antirabbocco. Solo bottiglie di olio extravergine confezionato in bottiglie originali che non è possibile rabboccare, proprio per evitare di miscelare olio vecchio con nuovo e di avere del fondo che ne altera sensibilmente il gusto. Detto questo, a casa possiamo ancora tenere i nostri orci decorati a mano nel quale conservare l’olio da mettere in tavola.

In questo caso però vi consigliamo vivamente di non rabboccare l’olio ma di consumarlo completamente, di ripulire l’eventuale fondo e, solo successivamente, aggiungere l’olio nuovo.

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Olio di oliva in scadenza

Accertato che l’olio di oliva non scade ma semmai perde alcune delle sue qualità, possiamo anche dire che è meglio evitare di utilizzare a crudo un olio che è stato confezionato da più di un anno e mezzo. Ma se hai dell’olio vecchio in casa perché ne hai dimenticata una bottiglia nel fondo della tua dispensa?

Potrai sempre utilizzarlo in maniera alternativa. Hai mai pensato di utilizzare l’olio di oliva per friggere? In questo modo, potrai ottenere delle prelibatezze evitando di buttare un olio che ancora può essere utilizzato, anche se con metodi differenti. Se vuoi approfondire perché friggere con l’olio di oliva, puoi leggere il nostro articolo dedicato qua.

Ci raccomandiamo comunque di non utilizzare, almeno per cucinare, un olio prodotto da più di 3 anni.

In definitiva, il consumo migliore che possiamo fare dell’olio di oliva è entro l’anno di produzione. Meglio dunque acquistarne solo nella quantità necessaria per coprire il proprio fabbisogno familiare, senza eccedere con le quantità.

Attenzione alla Campagna Olearia

In chiusura di questo articolo vogliamo porre l’accento su una cattiva abitudine che, sembra, abbiano acquisito in molti tra i produttori di Olio Extra Vergine d’Oliva. Ovvero mischiano l’olio delle precedenti campagne olearie (spesso ossidato) con l’olio nuovo dell’anno in essere (più profumato).

Così facendo evitano di buttare l’olio vecchio, o quanto meno di svenderlo in quanto non più all’altezza, spacciandolo per olio nuovo e mantenendo il prezzo della miscela sempre in linea con quello dell’olio di annata.

A proposito, per scoprire quanto costa un olio Evo italiano, clicca qui e leggi l’articolo dedicato.

Questa pratica scorretta è molto diffusa e danneggia il consumatore, ecco perché il nostro consiglio è sempre quello di affidarsi ad oli extravergini che riportino sulla bottiglia l’anno della campagna olearia.

Questo per via del fatto che i furbetti di cui sopra, per legge, non possono apporre l’anno della campagna olearia, motivo per il quale la sua presenza sulla bottiglia diventa una garanzia per l’acquirente!

Quindi occhio, affidarsi soltanto a produttori seri di olio extravergine d’oliva, produttori che vi mettano al corrente anche di queste pratiche poco conosciute, e soprattutto leggere bene l’etichetta accertandosi della presenza della campagna olearia sulla confezione!

posted by:

Alfio Lo Conte


Tecnico ed esperto degli oli extravergini di oliva, iscritto nell’Elenco Nazionale sezione Campania. Maestro di frantoio con diploma, conseguito presso International Extravirgin Agency.

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